E’ davvero uno strano Natale quello che stiamo vivendo.
In questi giorni, le stanze della nostra sezione sono chiuse, vuote, inanimate. La nostra casa comune pervasa da un senso di tristezza, nuovamente chiusa a causa della pandemia. Entrandoci, si avverte subito un senso di smarrimento. Segregazione e confinamento sono i temi con i quali la nostra vita quotidiana anche in questi giorni deve purtroppo fare i conti, colpita dal dilagare di un minuscolo virus, stordita da un fenomeno sempre temuto ma mai concretizzatosi. Un virus che grazie al nostro modo di vivere, si propaga a dismisura mietendo un numero impressionante di vittime ogni giorno.
Giunta al grado più elevato della sua potenza scientifica, tecnologica, economica, l’umanità ha scoperto la sua fragilità e la sua vulnerabilità, dopo aver fatto di tutto per dimenticarle. Ognuno di noi si sente più solo, impedito di poter coltivare quei rapporti umani che qualche attimo prima sembrava nessuno potesse strapparci. Questo momento particolare della storia dell’umanità ci sta sollecitando a trovare la via che porterà l’uomo a mutare la propria spinta emotiva e consumistica per fare i conti con i cambiamenti climatici, la sopravvivenza dell’uomo sul pianeta, la rivisitazione dei modi di vita, il collasso demografico, la riaffermazione dei principi morali che hanno accompagnato l’uomo per tutta la sua storia.
Ed allora sarà la passione che abbiamo noi per la montagna, quella che abbiamo dentro, che ancora una volta ci aiuterà a guardare le cose di questo mondo con occhi che nutrono le nostre passioni, i nostri sogni i nostri desideri che anelano alla bellezza del creato e della natura.
A noi il compito di prestare i nostri occhi per far vedere a coloro che non vedono.
Non ci rimane che invocare la forza costruttiva della speranza. Quella speranza che si nutre della convinzione morale di dirigersi nella giusta direzione. Quella speranza che richiede una forte carica emotiva ed un grande coraggio. Quel coraggio che richiama alla responsabilità di ciascuno, in prima persona, per prevenire la diffusione incontrollata del contagio dell’indifferenza e della disgregazione: “questa cosa che bisogna fare, sono io che la devo fare”.
Buon Natale a tutti.
Il Vostro presidente